I mitocondri, questi sconosciuti eppure così essenziali per vivere in salute.
Si stima che in una persona adulta ve ne siano ben dieci milioni di miliardi.
Vi sono cellule che ne contengono di più e cellule che ne contengono di meno.
La loro concentrazione varia in base all’attività metabolica degli organi: le cellule di cuore, cervello, fegato, reni e muscoli detengono il primato, mentre le cellule della pelle ne contengono pochi o nulla.
In questo articolo scopriremo meglio cosa sono, perché sono importanti, come ottimizzare il loro funzionamento e rallentare il processo d’invecchiamento attraverso il cibo che porti in tavola ogni giorno.
I mitocondri sono organelli a forma di fagiolo che si trovano sospesi nel liquido acquoso gelatinoso del citoplasma, all’interno delle cellule.
Il loro compito è quello di produrre enormi quantità di energia, ricavandola dal cibo che mangi, zuccheri e grassi e dall’aria che respiri.
Per questo sono spesso definiti le “centrali elettriche” delle cellule.
Non stupisce l’affermazione del Dottor Joseph Mercola nel suo libro “Trasforma il grasso in energia”, secondo cui, “quando grandi quantità di mitocondri smettono di funzionare come dovrebbero, è impossibile restare in salute”.
Studi recenti sembrano infatti confermare due punti fondamentali:
Immagina i mitocondri alla stregua di un generatore di corrente all’interno della cellula.
Questi svolgono preziosi compiti:
Le cellule necessitano continuamente di essere rifornite di energia e la ricavano attraverso due vie, una dagli zuccheri e carboidrati che consumi (glicolisi) che avviene nel citoplasma, l’altra dai grassi saturi (ciclo di Krebs o respirazione cellulare) che avviene nei mitocondri.
Ricavare energia da un’alimentazione ricca di carboidrati e povera di grassi stimola il corpo a produrre più radicali liberi.
I radicali liberi sono importanti al fine della nostra salute, a patto che vengano prodotti nel giusto equilibrio.
Ricavare energia dai carboidrati crea radicali liberi in eccesso con potenziale danno ai tessuti, alle membrane cellulari, alla struttura del DNA e creando un’impennata del livello d’infiammazione, madre di tutte le malattie.
Quando, al contrario, l’organismo e in modo particolare le cellule ricavano energia dalla combustione di grassi, la produzione di radicali liberi si riduce del 30-40%.
Un modo per garantire alle cellule minore stress ossidativo e ridurre di conseguenza il livello d’infiammazione.
Un’alimentazione ricca di carboidrati e povera di grassi aumenta il livello d’infiammazione nel corpo.
Oltre un eccesso di radicali liberi, l’infiammazione aumenta a seguito della perdita della sensibilità all’insulina da parte dei recettori delle cellule: è il fenomeno dell’insulino resistenza, anticamera del diabete.
Ogni tipo di zucchero o carboidrato che ingeriamo si trasforma, attraverso il processo della glicolisi, in glucosio che crea un rapido aumento della glicemia nel sangue.
Il pancreas secerne allora l’ormone dell’insulina che ristabilisce l’equilibrio, togliendo lo zucchero dal flusso sanguigno e consegnandolo alle cellule.
Ma le uniche cellule che usano come carburante il glucosio sono i neuroni, le cellule della fibra bianca dei muscoli e i globuli rossi.
Tutte le altre cellule ricavano energia dalla combustione dei grassi.
Costringe l’insulina ad un super lavoro ma, essendo un ormone pro infiammatorio, averla continuamente in circolo significa favorire l’infiammazione sistemica e cronica.
L’insulina, dopo aver consegnato il glucosio alle cellule dei muscoli e ai neuroni, per stoccare il surplus, obbliga le altre cellule a ricavare energia attraverso la glicolisi anziché attraverso i grassi, e forza il fegato ad incamerare lo zucchero in eccesso.
Il fegato è costretto così a convertire il glucosio in trigliceridi e particelle di colesterolo piccole, dense e facilmente ossidabili (LDL) ed ecco perché ti ritrovi con alti valori di colesterolo cattivo e trigliceridi, nel sangue.
Va detto, infine, che se il corpo utilizza principalmente il glucosio come carburante, inibisce la sua capacità di bruciare grassi.
Il passaggio da una dieta che brucia zuccheri ad una dieta che brucia grassi comporta il rilascio nel sangue di chetoni o corpi chetonici.
Queste molecole vengono prodotte dai mitocondri del fegato ed, essendo idrosolubili, attraversano con facilità le membrane delle cellule e oltrepassano anche la barriera emato-encefalica portando nutrimento al cervello.
Il nostro organismo è una macchina chimica perfetta e i chetoni dovevano poter garantire al corpo e al cervello dell’uomo un carburante di riserva nei vari periodi di carestia che si è trovato a vivere durante tutta la sua evoluzione.
Senza chetoni nel sangue potremo sopravvivere in assenza di cibo solo un paio di settimane, mentre quando il corpo attinge energia dalla combustione di grassi, la possibilità di sopravvivenza passa a più di un mese.
Quando si parla di chetoni, è bene fare una precisazione: la chetosi nutrizionale di cui stiamo discutendo non è da confondere con la chetoacidosi diabetica, seria complicazione metabolica del diabete 1.
Nella chetosi nutrizionale i chetoni:
La scienza è chiara: i grassi forniscono più energia e concentrazione, saziano più a lungo, sbloccano il metabolismo lento consumando le riserve accumulate da anni.
Ti liberi infine dagli effetti collaterali dello zucchero: fame costante, stanchezza, sbalzi di umore, dipendenza, infiammazione, vera responsabile di disturbi e delle malattie moderne.
Il DNA non è contenuto solo all’interno del nucleo delle cellule (DNA nucleare), ma anche all’interno dei mitocondri (DNA mitocondriale) ed è molto più vulnerabile e soggetto all’attacco dei radicali liberi (ROS) che si sprigionano durante il processo di conversione del cibo in energia.
Come le cellule vanno incontro al processo di autofagia, selezione, distruzione e sostituzione delle cellule danneggiate, lo stesso avviene per i mitocondri attraverso il processo di mitofagia.
Gli organelli sono soggetti a danni molecolari durante il loro lavoro e pertanto, per garantire che il processo sia efficiente, è necessario che vengano sostituiti e riciclati costantemente.
Se ciò non avviene e questo processo naturale si inceppa, impedendo ai mitocondri di funzionare, è impossibile rimanere in salute.
La teoria mitocondriale è una disciplina innovativa, con studi ancora allo stato iniziale, che promettono molto bene nel migliorare la salute e prevenire malattie, prime tra tutte, il cancro.
È solo negli ultimi anni che gli scienziati hanno scoperto che la causa primaria risiede nel malfunzionamento e danno ai mitocondri.
Il primo fu il premio Nobel dottor Otto Warbug che nel 1924 scoprì che i mitocondri delle cellule tumorali sono disfunzionali, non hanno flessibilità metabolica e non riescono a utilizzare l’ossigeno per bruciare grassi.
Il dottor Thomas Seyfried nel suo “Cancer as a Metabolic Disease” ci mette a conoscenza di un esperimento molto interessante.
La proliferazione delle cellule tumorali termina quando il suo nucleo viene trasferito in una cellula normale che contiene mitocondri funzionali.
La presenza di mitocondri nel nostro organismo, inoltre, cala con l’avanzare dell’età ed è bene mettere in atto tutte le strategie possibili per far in modo che il corretto funzionamento, la riproduzione e l’eliminazione di quelli danneggiati, sia sempre ottimale.
L’organismo è in grado di produrre nuovi mitocondri sani attraverso la biogenesi mitocondriale.
Al fine di garantire la massima efficienza di questo processo, ecco come puoi prendertene cura:
Nonostante sia radicata la credenza secondo cui senza carboidrati non riusciremmo a stare in piedi, in realtà non ne abbiamo un eccesivo bisogno.
Non sono essenziali per il nostro organismo.
Per milioni di anni il consumo di grassi ha rappresentato il 75% della dieta dell’Homo Sapiens.
Solo il 5% era costituito da carboidrati provenienti soprattutto da frutta e bacche e limitato ad un breve periodo dell’anno.
Oggigiorno grassi e carboidrati si sono scambiati di posto: consumiamo carboidrati per un 60% e grassi per un 20%.
I grassi più salutari sono addirittura relegati al 10%, a seguito della demonizzazione perpetrata nei decenni scorsi.
Per produrre meno radicali liberi, ottimizzare il lavoro dei mitocondri, è necessario che tu produca energia dai grassi e questo è possibile solo se riduci drasticamente il consumo di zuccheri e carboidrati.
Può non essere facile all’inizio, specie se non sai da dove iniziare.
Se ci segui da un po’, saprai bene che SAUTÓN non è una dieta ma un approccio chetogenico, perché ti aiuta gradualmente a cambiare carburante e a trasformarti in un felice e soddisfatto bruciatore di grassi, rendendoti metabolicamente flessibile.
È in realtà un approccio armonico che pone al centro tutti e tre i nutrienti essenziali, facendoti riappacificare con i grassi sani, con le proteine e con le verdure e che ben si sposa con la teoria mitocondriale.
I mitocondri sono il luogo all’interno delle cellule dove si fabbrica l’energia per vivere.
La teoria mitocondriale è una disciplina innovativa, con studi ancora allo stato iniziale, che promettono molto bene nel migliorare la salute e prevenire malattie, prime tra tutte, il cancro.
La nuova afferma che, quando grandi quantità di mitocondri smettono di funzionare come dovrebbero, è impossibile restare in salute.
La bella notizia è che con un approccio chetogenico come quello che seguiamo in SAUTÓN, potrai prenderti cura dei mitocondri, riportare indietro le lancette dell’orologio del processo d’invecchiamento e iniziare ad instaurare nuove abitudini di lunga vita.
Fonti:
Dr. Joseph Mercola “Trasforma il grasso in energia” MyLife Editore
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