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Previeni il rischio di demenza con questi antiossidanti

Anche il nostro corpo, come la barra di ferro o la mezza mela lasciata più o meno a lungo all’aria aperta, è soggetto ad ossidarsi, ad “arrugginirsi”.

È il naturale processo d’invecchiamento a cui andiamo incontro e normalmente dovrebbe svolgersi e progredire in modo lento, quasi impercettibile.

L’ossidazione e i danni da radicali liberi 

Responsabili dell’ossidazione di cellule e tessuti, sono le molecole di radicali che si formano continuamente nel nostro corpo.

Quando la loro produzione è equilibrata, viaggiano libere nell’organismo con il compito di attaccare virus e batteri, legandosi alla loro membrana cellulare per distruggerli.

L’ossidazione da loro innescata è infatti una sorta di combustione distruttiva ed è comunque importante e necessaria per il nostro organismo.

Liberando calore durante il processo, è anche fonte di energia ma diventa fatale se dilaga troppo velocemente.

I radicali liberi sono poi coinvolti nelle numerose reazioni chimiche del normale processo metabolico ma, quando nell’organismo vi è un eccessivo accumulo, si innesca un pericoloso processo che porta ad un invecchiamento precoce di cellule e tessuti.

Succede che sviluppi uno stress ossidativo che gli scienziati chiamano anche infiammazione.

Invecchi prima e tutti i tuoi sistemi progressivamente si inceppano (metabolismo, sistema nervoso, sistema immunitario, ormoni, pelle, capelli, occhi, denti).

Il processo di produzione dei radicali liberi deve quindi sempre essere sotto controllo.

Ecco l’indice dell’articolo:

Cosa produce un aumento esponenziale di radicali liberi nel tuo corpo?

  • la prima causa è se usi lo zucchero e i carboidrati come carburante prioritario 
  • tossine ambientali come inquinamento e fumo
  • l’abitudine quotidiana di bere alcool
  • l’abuso di farmaci
  • stress sistemico (cioè carenza di sonno e ritmi di vita senza pause tutti i giorni).

Il ruolo degli antiossidanti

Il ruolo degli antiossidanti

La buona notizia è che il nostro organismo è attrezzato, entro certi limiti, a contrastare l’effetto dei radicali liberi con la produzione naturale di antiossidanti.

Il più importante è il glutatione.

Gli antiossidanti sono sostanze che aiutano a proteggere l’organismo dai danni alle cellule causati dai radicali liberi.

Antiossidanti e demenza: lo studio

Uno studio sostenuto dal National Institute on Aging e pubblicato sulla rivista Neurology dimostra che le persone che hanno livelli più elevati di antiossidanti specifici nel sangue potrebbero ridurre il rischio potenziale di sviluppare la demenza.

I ricercatori sanno da tempo che gli antiossidanti svolgono un ruolo nella prevenzione della demenza.

Lo studio in questione ha identificato tre antiossidanti specifici che possono avere un ruolo nella riduzione del rischio di demenza.

Luteina, zeaxantina e beta-criptoxantina

Lo studio ha coinvolto 7.283 persone che sono state sottoposte a esami del sangue e a una visita medica e poi seguite per una media di 16 anni.

Tutti i partecipanti avevano almeno 45 anni all’inizio.

I ricercatori hanno misurato i livelli di tre antiossidanti: luteina, zeaxantina e beta-criptoxantina.

Il ruolo della luteina e zeaxantina nella prevenzione della demenza

I ricercatori hanno diviso i partecipanti in tre gruppi e hanno scoperto che coloro i cui livelli ematici di luteina e zeaxantina erano più alti, avevano un rischio minore di sviluppare la demenza rispetto a coloro che avevano i livelli più bassi.

Per ogni deviazione standard di aumento di questi due antiossidanti, i partecipanti hanno registrato una riduzione del rischio del 7%.

Il ruolo della beta-criptoxantina

Hanno anche scoperto che per ogni deviazione standard di aumento della beta-criptoxantina, i partecipanti avevano un rischio di demenza ridotto del 14%.

Alcuni hanno sottolineato come lo studio presentasse diverse limitazioni, tra cui il fatto che quando nell’analisi siano stati considerati altri fattori, come l’istruzione e l’attività fisica, il rischio di demenza è diminuito.

Come l’astaxantina rallenta l’invecchiamento cerebrale

Come l'astaxantina rallenta l'invecchiamento cerebrale

È un pigmento che conferisce una tonalità rosso-arancio ad alcuni tipi di frutti di mare e pesci, come il krill, le alghe, il salmone e l’aragosta.

Si trova anche in microrganismi come le alghe, in particolare nell’alga verde Haematococcus pluvialis che sviluppa grandi quantità di astaxantina in condizioni di stress quali elevata salinità, carenza di azoto, alta temperatura e luce del sole intensa. 

Sappiamo ormai che un aumento dell’infiammazione, la disfunzione mitocondriale, un’alterata omeostasi del calcio ed un elevato stress ossidativo all’interno del cervello, sono tutti fattori che contribuiscono all’insorgenza di malattie neurodegenerative.

È stato dimostrato che l’astaxantina attraversa la barriera emato-encefalica ed è rilevabile nel tessuto cerebrale. 

Queste caratteristiche stanno stimolando nei ricercatori ulteriori indagini per chiarirne il potenziale terapeutico.

In uno studio sugli animali del 2016, ad esempio, l’integrazione con astaxantina ha aumentato la formazione di nuove cellule cerebrali e ha migliorato la memoria spaziale nei topi (1).

Sembra che le sue proprietà neuroprotettive siano dovute alla sua capacità di ridurre lo stress ossidativo e l’infiammazione. 

Una questione di geni

Ricercatori nella loro revisione della letteratura, hanno identificato diversi percorsi che l’astaxantina potrebbe seguire per rallentare l’invecchiamento cerebrale.

Hanno trovato diversi studi in cui l’astaxantina modulava i meccanismi biologici, uno dei principali fattori era il gene forkhead box 03 (FOXO3).

Questo è uno dei due soli geni che hanno un impatto significativo sulla longevità umana. Hanno anche scoperto che l’astaxantina aumenta il fattore neurotrofico di derivazione cerebrale (BDNF) nel cervello e attenua i danni ossidativi a DNA, lipidi e proteine.

Dopo aver esaminato la letteratura, hanno concluso che è possibile che l’astaxantina possa promuovere la longevità e rallentare il tasso di invecchiamento grazie alle sue proprietà neuroprotettive.

Il sulforafano attiva le risposte antiossidanti

Il sulforafano è un composto organosulfureo che i ricercatori ritengono possa essere utile per combattere il morbo di Alzheimer alterando la produzione di amiloide-beta e tau.

Si tratta di due fattori principali noti per contribuire allo sviluppo della malattia.

I livelli di proteine amiloide-beta possono diventare anormalmente alti, raggruppandosi per formare placche che interrompono la funzione dei neuroni.

Uno studio sugli animali ha suggerito che il sulforafano attiva le risposte antiossidanti e antinfiammatorie e ha rilevanza nella prevenzione della neurodegenerazione e dei segni dell’invecchiamento.

Sulforafano e glutatione

Il sulforafano svolge un ruolo nell’aumento del glutatione.

Il glutatione è comunemente definito l’antiossidante principale, in quanto è l’antiossidante più potente e si trova all’interno di ogni cellula del corpo.

Il glutatione è diverso dagli altri antiossidanti perché agisce a livello intracellulare e ha la capacità unica di massimizzare l’attività degli altri antiossidanti.

Fai il pieno di antiossidanti a tavola

Gli alimenti ad alto contenuto di luteina e zeaxantina includono verdure a foglia scura come gli spinaci, piselli, zucca estiva, zucca e broccoli.

Gli alimenti ad alto contenuto di beta-criptoxantina includono peperoni, zucca, arance e cachi.

Mangiare più verdure crucifere ad alto contenuto di sulforafano o assumere un integratore di alta qualità è utile non solo per la salute del cervello.

L’astaxantina è un tipo di carotenoide che si trova naturalmente nel salmone selvatico, nella trota rossa, nel krill, nelle alghe, nell’aragosta, nel granchio e nei gamberetti.

Il glutatione si trova nelle verdure (broccoli, cavolfiori, asparagi, spinaci, cavoli, cavolini di Bruxelles, aglio, cipolle), nell’avocado, nelle proteine (carne, pesce e uova), nelle noci del Brasile, nelle mandorle e nei semi di girasole, e nei funghi.

Integrazione: quando?

Integrazione: quando?

L’integrazione di antiossidanti è utile quando non se ne assumono a sufficienza con la dieta, il che aiuta ad attenuare i danni ossidativi.

Conclusione

Uno studio su 7.283 persone conclude che le persone con livelli più elevati di luteina, zeaxantina e beta-criptoxantina, astaxantina sulforafani avevano un rischio minore di sviluppare la demenza.

Sappiamo che un eccesso di infiammazione porta ad un consumo eccessivi di radicali liberi e un invecchiamento precoce anche a livello cognitivo.

Il ruolo degli antiossidanti risulta essere importante specie se assunti nell’ambito di uno stile di vita e una routine alimentare bilanciata come insegniamo in Chetogenica Facile.

Fonti:

  1. Astaxanthin supplementation enhances adult hippocampal neurogenesis and spatial memory in mice
  2. Higher Antioxidant Levels Linked to Lower Dementia Risk
  3. Nutritional contributions to dementia prevention: main issues on antioxidant micronutrients
  4. Astaxanthin supplementation enhances adult hippocampal neurogenesis and spatial memory in mice

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