Lo stress è lo spauracchio dei nostri tempi, una condizione che ci riguarda tutti, a diverso livello e che è in grado di metterci sotto scacco sul più bello.
Ecco che per contrastarlo ci viene chiesto di essere sempre più resilienti.
È la capacità umana di affrontare e superare le difficoltà, adattarsi a situazioni difficili, ad eventi traumatici e alle avversità della vita, non solo resistendo ma anche riorganizzando positivamente la propria esistenza.
Ma quando lo stress diventa cronico, crea un circolo vizioso che indebolisce la barriera intestinale, riduce i batteri benefici, portando a un’infiammazione che si propaga al cervello e peggiora l’ansia.
Lo sbilanciamento dei batteri intestinali porta ad un malfunzionamento delle regioni del cervello coinvolte nel controllo emotivo e nella gestione dello stress, causando un aumento dell’ansia e scarso adattamento allo stress, rendendoci cioè meno resilienti.
Andiamo più nel dettaglio.
Lo stress cronico altera la composizione del microbiota intestinale, riducendo ceppi benefici come Bifidobacterium e Lactobacillus.
Questo squilibrio compromette l’abilità dell’organismo di produrre acidi grassi a catena corta (SCFA), metaboliti che mantengono l’integrità della barriera intestinale e regolano l’infiammazione.
Inoltre, lo stress cronico stimola i mastociti nell’intestino a rilasciare mediatori infiammatori, che aumentano la sensibilità intestinale, interrompono la motilità e peggiorano patologie come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS).
Infine lo stress cronico attiva anche l’asse HPA, attivando il fattore di rilascio della corticotropina (CRF), che distrugge il microbiota intestinale e indebolisce la barriera intestinale.
Questo danneggiamento aumenta la permeabilità intestinale, una condizione comunemente chiamata “intestino permeabile”, che consente ai batteri nocivi e alle tossine di passare nel flusso sanguigno.

La resilienza non è solo psicologia ma anche biologica.
È quanto emerge con sempre maggiore chiarezza da studi sul legame tra stress e microbiota intestinale.
Una ricerca pubblicata su Nature Mental Health evidenzia come il microbiota intestinale influenzi profondamente la nostra resilienza, offrendo una visione olistica di come la salute mentale sia plasmata dalle interazioni cervello-intestino.
L’intestino e il cervello mantengono una comunicazione costante, in particolare in regioni come l’ippocampo e l’amigdala, coinvolte nella regolazione emotiva e nelle risposte allo stress.
Quando il microbiota intestinale è alterato, si verificano squilibri nell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), fondamentale per la gestione dello stress.
Questo compromette la abilità del cervello di rispondere efficacemente allo stress nei diversi momenti della giornata.
In uno studio su topi privi di germi o trattati con antibiotici per ridurre la flora batterica intestinale, i ricercatori hanno riscontrato significative alterazioni dei geni correlati allo stress, alterazioni che hanno compromesso l’abilità del cervello di rispondere in maniera positiva a certe situazioni come l’adattamento a nuovi ambienti o anche nel gestire le interazioni sociali.
Anche neurotrasmettitori chiave come il glutammato, importanti per il mantenimento dell’equilibrio emotivo e per le risposte allo stress, hanno mostrato modelli alterati in questi animali.
Inoltre, lo studio ha portato alla luce come lo squilibrio della flora batterica intestinale porti ad un a produzione esagerata di corticosterone (un ormone steroideo e insieme al cortisolo svolgono un ruolo centrale nella risposta metabolica e immunitaria allo stress) durante periodi specifici, come il passaggio dal sonno alla veglia.
In sintesi, negli animali con un microbiota impoverito e sottoposti a situazioni stressorie, nel momento di massimo del loro ritmo circadiano, l’organismo non è riuscito a produrre un’adeguata risposta al rilascio degli ormoni dello stress.
Nello studio condotto si è poi visto come, la somministrazione di probiotici, in particolare il Lactobacillus reuteri, si sia distinto come regolatore del rilascio di corticosterone.
Ripristinando L. reuteri negli animali con microbiota impoverito, i ricercatori hanno osservato un ritorno ai normali modelli di corticosterone e miglioramenti nei comportamenti sensibili allo stress.
I risultati suggeriscono che introducendo probiotici mirati nella routine alimentare, potrebbero aiutarti a gestire meglio lo stress e a migliorare la tua salute generale.
Risultati che confermano che la resilienza non è solo un processo mentale, ma anche fisico, che coinvolge il microbiota intestinale.
Un microbiota ben funzionante rappresenta un’ancora, consente di mantenere l’equilibrio emotivo e la lucidità mentle anche in situazioni di stress.
Negli individui resilienti, i batteri intestinali mostrano comportamenti che contribuiscono a creare effetti antinfiammatori, oltre all’integrità della barriera intestinale e all’assorbimento dei nutrienti, portando a quello che i ricercatori chiamano uno stato di eubiosi, ovvero un ecosistema intestinale sano ed equilibrato.
Questa armonia tra intestino e cervello migliora la regolazione emotiva, la funzione cognitiva e il benessere psicologico generale.

Di cosa hanno bisogno i batteri intestinali per vivere e cosa li danneggia o li indebolisce?
Il nemico numero del tuo intestino sono gli zuccheri semplici, soprattutto quelli pieni di zucchero da tavola, dolcificanti industriali e di farine come pane, pasta, pizza, biscotti, cornetti, cracker, bevande gasate e zuccherate, succhi industriali e chi più ne ha più ne metta!
Questi zuccheri non nutrono i batteri, ma sono il cibo preferito della popolazione antagonista dei batteri: i lieviti.
Se mangi molti cibi ricchi di farine e lieviti, rinforzi i lieviti intestinali producendo una lenta ma inesorabile morte dei batteri intestinali per sovrappopolazione di lieviti, che è spesso la causa principale di stitichezza, gonfiore e problemi vaginali o urinari.
Altri nemici sono il latte pastorizzato e i suoi derivati, il vino, la birra e i superalcolici, e i cibi spazzatura e da fast food.
Grandi nemici si annidano dietro farmaci che sei costretto a prendere e che hanno molti effetti collaterali come antibiotici, anti acidi, cortisonici, anti dolorifici, pillola anticoncezionale, terapie per la tiroide.
Anche abitudini come il fumo distruggono giorno dopo giorno il tuo prezioso ecosistema intestinale.
Per la vitalità dei batteri intestinali servono fibre che non siano troppo tenaci e difficili da metabolizzare (come quelle delle verdure crude) ma che siano state rese più tenere ed efficaci dalla giusta cottura.
Servono zuccheri ma che siano prebiotici e non scatenino il picco glicemico o producano la crescita esagerata di lieviti e batteri nemici.
Queste fibre e gli zuccheri sani che li nutrono sono fornite in primis dai vegetali freschi cotti in modo leggero e masticati molto bene, il cui apporto nella nostra dieta è fondamentale.
Segui una dieta ricca di grassi sani (che riequilibrano subito l’idratazione intestinale e la salute dei batteri)
Un grande aiuto viene anche dalle colonie di probiotici che possiamo somministrare periodicamente.
Quindi via libera, soprattutto nei cambi di stagione (quindi almeno 4 volte l’anno), a cicli di probiotici di qualità, come il nostro Probiotics che ha un’elevatissima concentrazione: 100 miliardi di UFC (Unità formanti Colonia) per capsula, in modo da raggiungere vitali l’intestino, ed è efficace per rigenerare la flora intestinale con nuovi batteri simbionti.
Periodicamente poi dedicati a ripopolare la tua flora batterica grazie ad una supplementazione di qualità di ceppi di probiotici e all’uso di integratori di buonissimi fermenti naturali.
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Fonti:
Nature Mental Healt: Stress-resilience impacts psychological wellbeing as evidenced by brain–gut microbiome interactions
Cell Metabolism: https://www.cell.com/cell-metabolism/fulltext/S1550-4131(24)00399-1?ref=tomecontroldesusalud.com
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