Fra i micronutrienti che dobbiamo dare al nostro corpo regolarmente ci sono le vitamine.
Queste possono essere idrosolubili o liposolubili: le prime si sciolgono nell’acqua e le apportiamo mediante la dieta; le seconde, invece, si sciolgono nei grassi e possono essere accumulate nel fegato e nei tessuti adiposi.
Una delle vitamine liposolubili più importanti per il corretto funzionamento del nostro corpo è la vitamina D.
Alcune ricerche hanno evidenziato quanto questo micronutriente possa allungare la durata della nostra vita.
In questo articolo ti spiego il perché.
La vitamina D non è in realtà una vitamina ma un ormone steroide, anzi un pre-ormone prodotto dalla nostra pelle nel momento in cui viene colpita dai raggi solari UVA.
Ne esistono due tipi:
A prescindere dalla nomenclatura, ha importanti funzioni nel nostro corpo, specie per la salute delle ossa.
Infatti mantiene costanti i livelli di calcio e fosforo nel sangue, nell’intestino, nei reni e nelle ossa, appunto.
Non solo ma controlla la crescita cellulare ed interviene nella risposta immunitario innata e acquisita.
Per questo è chiaro che una sua carenza possa essere problematica.
Ti rimando a questo link per approfondimenti sull’argomento.
In questo articolo mi preme spiegarti perché la vitamina D, secondo numerosi studi, potrebbe allungare la vita.
I ricercatori del Centro Australiano per la Salute di Precisione dell’Università dell’Australia Meridionale hanno dimostrato che le persone geneticamente predisposte alla carenza di vitamina D hanno il 25% in più di probabilità di morire per qualsiasi causa rispetto a quelle con una genetica diversa che favorisce livelli sani di vitamina D.
Non solo ma la carenza di vitamina D dovuta alla genetica aumenta il rischio di soffrire di malattie croniche come quelle cardiache, respiratorie e il cancro.
I ricercatori australiani hanno dimostrato la correlazione tra carenza di vitamina D e maggior probabilità di morte, utilizzando i dati di 307.600 persone incluse nella U.K. Biobank, una coorte di Inghilterra, Scozia e Galles contenente dati sulla genetica e sulla salute.
A questo proposito l’autore dello studio Josh Sutherland ha dichiarato: “La carenza di vitamina D è stata collegata alla mortalità, ma poiché gli studi clinici spesso non hanno reclutato persone con bassi livelli di vitamina D – o è stato proibito loro di includere partecipanti con carenze vitaminiche – è stato difficile stabilire relazioni causali…”
Per questo, ha aggiunto: “Abbiamo utilizzato un nuovo metodo genetico per esplorare e affermare le relazioni non lineari che abbiamo riscontrato in contesti osservazionali e, grazie a ciò, siamo stati in grado di fornire una forte evidenza del legame tra un basso livello di vitamina D e la morte prematura”.
Dallo studio è emerso anche un altro dato interessante: chiunque abbia una carenza di vitamina D, ha un rischio maggiore del 25% di morire per cause cardiache:
Ma cosa significa avere una carenza di vitamina D?
Significa avere livelli di vitamina D inferiori a 10 ng/ml (25 nmol/L), pari ad uno stato di carenza grave.
A soffrirne potrebbero essere coloro che hanno problemi di salute, anziani o coloro che non si espongono abbastanza al sole o non si approvvigionano di questa vitamina con la giusta dieta.
Una carenza di vitamina D potrebbe esporre maggiormente al rischio di soffrire di diverse malattie come la sclerosi multipla e il morbo di Parkinson.
Si è visto che le persone con alti livelli di vitamina D hanno un rischio di Parkinson inferiore del 65% rispetto a quelle con bassi livelli di vitamina D.
Un’analisi condotta da GrassrootsHealth e pubblicata a giugno 2018 su PLOS ONE, ha dimostrato che le donne con un livello di vitamina D pari o superiore a 60 ng/ml (150 nmol/L) presentano un rischio di cancro al seno inferiore dell’82% rispetto a quelle con livelli inferiori a 20 ng/ml (50 nmol/L).
In un altro studio che utilizza i dati dalla Biobank del Regno Unito, i ricercatori della University of South Australia hanno rivelato che la carenza di vitamina D può portare alla demenza.
Non solo ma le persone con carenza di vitamina D presentavano un rischio maggiore di demenza e ictus, con un’associazione più forte riscontrata nelle persone con livelli di vitamina D inferiori a 10 ng/ml (25 nmol/L).
Per una salute ottimale e per la prevenzione delle malattie si raccomanda un livello di vitamina D compreso tra 40 e 60 ng/ml.
Tuttavia è ancora meglio attestarsi su un livello da 60 a 80 ng/ml.
La vitamina D viene sintetizzata prevalentemente dal nostro organismo, attraverso l’assorbimento dei raggi del sole dalla pelle ma si può trovare anche in alimenti come: alcuni pesci grassi, uova, fegato e verdure verdi.
Laddove ci dovesse essere una carenza e, sentito il parere medico, si può prevedere anche la supplementazione.
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Fonti:
Vitamin D deficiency linked to premature death
Relationship between 25-Hydroxyvitamin D, bone density, and Parkinson’s disease symptoms
Breast Cancer Risk 80% Lower with Higher Vitamin D (60+ ng/ml) – Part 4 (Lowe et al.)
Higher vitamin D dietary intake is associated with lower risk of alzheimer’s disease: a 7-year follow-up
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