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Squilibrio del microbiota e disturbi cardiaci: c’è una relazione?

Il 90% della popolazione mondiale accusa problemi legati alla microflora intestinale, quell’ecosistema presente all’interno del nostro intestino e non solo, che gli scienziati preferiscono chiamare microbiota.

Lo studio di quest’area ha fatto passi da gigante negli ultimi 20 anni e conoscere le nuove frontiere della scienza medica sul microbiota intestinale, potrebbe cambiare per sempre la tua vita donandoti prospettive di guarigione, salute e longevità senza precedenti.

Microbiota o microbioma?

Microbiota o microbioma?

Spesso usati come sinonimi, in realtà sono due termini dal significato diverso.

La parola microbiota fa riferimento a tutta la popolazione di microrganismi presenti nell’organismo umano, è quell’insieme di batteri, lieviti, parassiti e virus che popolano e formano gran parte dell’ecosistema intestinale.

Non si trova però solo nell’intestino ma anche sulla pelle, sui capelli, nella cavità orale, nei polmoni, negli organi genitali (vagina), nelle narici, nella cavità oculare e nel canale uditivo.

Il microbioma invece è il patrimonio genetico, l’insieme dei geni di cui è composto il microbiota e che grazie ad un gruppo di scienziati, nel 2010 ne è stata completata la lettura e la decodificazione.

Microbioma e aritmie, un nuovo studio

Uno studio pubblicato nel 2023 sul Journal of Electrocardiology, ha cercato di far luce sulla relazione tra microbiota intestinale e lo sviluppo di aritmie e disturbi legati al sistema di conduzione elettrica del cuore, un tessuto che crea e conduce un impulso elettrico dagli atri a tutto il corpo ventricolare del cuore, creando così la contrazione adatta a perfondere con il sangue tutto l’organismo.

Un probabile nesso di cui gli scienziati avevano già avuto sentore in analisi e studi svolti negli anni precedenti.

Anche se gli studi su questa correlazione sono ancora agli inizi e il dibattito tra gli addetti ai lavori è aperto, lo studio in oggetto ha evidenziato che gli squilibri del microbiota contribuiscono alla fibrillazione atriale

I batteri coinvolti

In modo particolare, si è visto che vi sono dei specifici batteri che sono coinvolti nella fibrillazione atriale e che comportano quindi un aumento del rischio:

  • il genere Pasteurellaceae
  • il genere Turicibacter 
  • il genere Candidatus Soleaferrea 
  • il genere Flavonifractor 

Lo studio ha evidenziato inoltre che nel caso della tachicardia parossistica, i generi Holdemania e Roseburia sembrano ridurne il rischio. 

Altri fattori di rischio

A questi vanno aggiunti altri fattori di rischio come:

  • ipertensione
  • diabete
  • obesità e stili di vita, come il fumo e il consumo di alcol
  • una dieta carbocentrica fondata sul consumo di zuccheri
  • lieviti in eccesso

L’impoverimento del microbiota

L’impoverimento del microbiota

Se da un lato la ricerca scientifica sta facendo passi da gigante nello scoprire il prezioso ruolo del microbiota per la nostra salute, dall’altro, a causa di abitudini alimentari e stili di vita scorretti, lo stiamo mettendo a dura prova.

L’impoverimento del microbiota intestinale sarebbe alla base della recente diffusione di patologie tipiche della società contemporanea: disbiosi, permeabilità, stato infiammatorio, diabete e obesità, dermatite, patologie cardiovascolari, Alzheimer, Parkinson o addirittura a malattie sistemiche.

Microbiota e disbiosi

Ritmi frenetici ci portano a nutrirci in modo sempre più squilibrato fatto di pasti veloci, cibo industriale confezionato, a volte precotto o surgelato, pasti ricchi di carboidrati e poveri di fibre.

La presenza di zuccheri e lieviti in eccesso nella nostra routine alimentare, nutrono ad esempio la Candida Albicans, lievito responsabile di una serie di infezioni nella mucosa intestinale e vaginale purtroppo molto diffuse.

Batteri che si nutrono della fermentazione e putrefazione delle proteine animali in eccesso che lo stomaco non è riuscito a digerire.

Si attaccano e ristagnano nel colon e liberano ammoniaca, ammine, fenoli e solfuri dando origine a disbiosi e processi infiammatori.

 Altre cattive abitudini che portano ad un progressivo squilibro del microbiota sono:

  • cenare tardi
  • consumare un frutto o un dolce a fine pasto
  • non masticare bene il cibo

Tutto ciò crea continua fermentazione nell’intestino e favorisce l’infiammazione progressiva del colon tipica di forme più o meno gravi di coliti.

Come prenderti cura del microbiota intestinale

Il modo migliore per prenderci cura del microbiota, è portando ordine nelle nostre abitudini alimentari. Vediamo come.

  • Sospendi cibi che contengono amidi e zuccheri complessi: in questo modo non diamo più alcun nutrimento ai batteri, funghi e lieviti patogeni. Questi, privati del loro “cibo”, smettono di sopravvivere e di moltiplicarsi venendo piano piano sconfitti dai batteri simbionti riequilibrando la microflora intestinale.
  • Elimina latte, latticini, formaggi: sono alimenti questi che creano umidità e favoriscono la produzione di muco, non solo nell’addome, ma in tutto il corpo.
  • Elimina tutti quegli alimenti che creano fermentazione intestinale: bevande gasate, vino, birra, anche in piccole quantità, distruggono gli enzimi del pasto che si è o si sta consumando.
  • Garantisci un giusto equilibrio tra proteine animali e vegetali.
  • Introduci grassi sani e saturi per facilitare l’intestino nell’assorbimento dei minerali (olio extravergine di oliva, olio di cocco, ghi).
  • Introduci fibre: verdure per l’80% cotte e soprattutto a foglia verde facendo attenzione a cavoli, cavolfiori e broccoli che creano gonfiore

Il ruolo dei probiotici e degli enzimi

Con il temine probiotico si intende quegli organismi vivi simbionti, per lo più Lactobacillus e Bifidobacterium che contribuiscono a mantenere in buona salute il microbiota intestinale.

Sono un ottimo aiuto nel processo digestivo, migliorano l’assorbimento dei nutrienti e, per questo, accanto alla dieta è importante periodicamente assumere prodotti che contengano colonie di batteri utili.

È bene anche rafforzare la digestione con l’introduzione di enzimi che migliorino l’assorbimento di proteine, grassi, vitamine e sali minerali.

Inoltre curano stipsi, diarrea, meteorismo e colite.

Prebiotici e microbiota

Prebiotici e microbiota

A differenza dei probiotici che sono organismi vivi, i prebiotici non lo sono.

I prebiotici sono alimenti vegetali ricchi di fibre facenti parte della nostra dieta ma non assimilabili, cioè non digeribili.

Sono importanti da assumere perché sono alimenti dotati di una sorta di citoscheletro che, una volta raggiunto il colon, viene fermentato dai batteri benefici che lo abitano incidendo sulla loro prolificazione a danno di quelli patogeni.

I prebiotici sono un prezioso nutrimento per le colonie di probiotici e ne favoriscono la proliferazione fortificando e mantenendo in buona salute la microflora intestinale con ripercussioni in tutto l’organismo.

Nello shop SAUTÓN trovi ottimi prebiotici e probiotici da integrare periodicamente durante l’anno, come Probiotics.

Conclusione

Questo nuovo studio ha permesso di scoprire nuovi potenziali collegamenti tra alcuni batteri che compongono il microbiota intestinale e le aritmie cardiache, che ci espongono ad un maggiore rischio di malattie cardiovascolari, come ictus e insufficienza cardiaca.

Così come ci prendiamo cura dei capelli, della pelle, dovremmo fare altrettanto con il nostro microbiota.

Puoi portare nuove e sane abitudini nella tua routine quotidiana attraverso SAUTÓN, il metodo che da sempre pone la salute del microbiota intestinale al centro.

Fonti:

Gut microbiome relationship with arrhythmias and conduction blocks: A two-sample Mendelian randomization study

Michael D. Gershon: “Il secondo cervello. Gli straordinari poteri dell’intestino” Utet

Miguel Angel Almodovar: “ Intestino, secondo cervello. Le rivoluzionarie scoperte scientifiche sulla microflora intestinale” Vallardi editore

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