Olio di cocco biologico
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I grassi non sono tutti uguali!
E, quando ne parliamo, soprattutto in chetogenica, è facile fare un po’ di confusione.
La verità è che dei grassi o ne hai paura o li consideri tutti uguali e spesso finisci per consumare proprio quelli che non ti fanno bene, con conseguenze sul fegato, sul nostro assetto lipidico, sul metabolismo e sul nostro intestino.
Ecco un po’ di informazioni per te, semplici ed utili.
Partiamo dal dire che esistono tre tipi di grassi: i grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi, che si comportano in modo molto diverso sia per ciò che riguarda il metabolismo che il nostro equilibrio cellulare.
Ecco qualche nota di biochimica per te.
Tutto dipende da quanti atomi di idrogeno ha la molecola di carbonio che è in tutti i diversi grassi: se hanno un paio di atomi di idrogeno per ogni atomo di carbonio sono saturi.
Se hanno un atomo di idrogeno per ogni atomo di carbonio sono monoinsaturi.
Se invece sono privi di atomi di idrogeno sono polinsaturi.
Perché la presenza di atomi di idrogeno rende la molecola molto stabile, con un minore rischio di ossidarsi e stimolare micidiali radicali liberi che ti fanno invecchiare.
Ecco perchè, su una scala da 1 a 10, i grassi saturi stanno sul podio dei migliori grassi sani e quelli polinsaturi sono invece sull’ultimo scalino.
Ti ricordo che sono grassi saturi il burro, il ghi e l’olio di cocco.
L’olio extravergine d’oliva è un grasso monoinsaturo mentre tutti gli oli di semi sono grassi polinsaturi.
I grassi polinsaturi, cioè gli olii di semi, sono chiamati con la sigla PUFA e sono molto molto delicati, si ossidano facilmente ed irrancidiscono facilmente contribuendo a creare infiammazione nei tessuti.
Ecco perchè il tuo corpo è costituito per il 90-95% da grassi saturi e monoinsaturi e solo per il 5-10% è costituito dai PUFA.
I grassi polinsaturi non possono essere prodotti dal nostro corpo, devono essere assunti dal cibo e in genere il cibo che mangiamo contiene piccole quantità di PUFA assolutamente sufficienti al nostro fabbisogno.
Così, nella alimentazione tradizionale solo una minuscola parte del cibo assunto era costituito da grassi polinsaturi, mentre la maggior parte era costituita da grassi saturi e monoinsaturi più stabili che controbilanciavano i polinsaturi più inclini allo stress ossidativo.
Dobbiamo pensare ai grassi polinsaturi come delle vitamine e dei minerali.
Ci servono per le funzioni che svolgono nel corpo ma non sono sostanze che assumiamo come carburante per produrre energia!
Quindi sono qualcosa che dobbiamo mangiare in piccolissime quantità e di eccellente qualità.
E mai come olii, perché sono instabili ed irrancidiscono e soprattutto non prodotti in modo chimico (come purtroppo lo sono tutti gli olii di semi del supermercato!), mai cotti e attenzione a tutti quelli nascosti nei prodotti da forno.
La peggiore combinazione anche per il tuo cuore è combinare olii di semi con farine e carboidrati.
Quello che puoi fare è consumarne piccole quantità sotto forma di semi oleosi, avendo cura di ammollarli prima per poter eliminare l’acido fitico e consumandoli all’interno di pasti completi.
Mentre come grassi sani scegliere sempre quelli saturi e monoinsaturi di eccellente qualità.
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